Il primo stato che l’ha abolita è stato il granducato di Toscana con una legge del 1786.
Io considero la pena di morte una punizione crudele, inumana e degradante, oltretutto la pena di morte è irrevocabile e può essere inflitta anche ad innocenti.
Penso che lo Stato non possa porsi sullo stesso piano del singolo individuo anche perché l’individuo singolo, non che sia giustificabile, ma "agisce per rabbia, per passione, per interesse.. Lo Stato, invece, risponde meditatamente, razionalmente. La condanna a morte è un omicidio legale, legalizzato.. un omicidio che richiede persone autorizzate ad uccidere".
Condannare l’omicidio e poi applicarlo per legge penso sia una delle contraddizioni della mente umana.
Ciò che costituisce la ragione principale per non commettere un delitto non è tanto la crudeltà della pena quanto la certezza di essere in qualche modo puniti. Secondo me la totale perdita della propria libertà, con l’ergastolo, ad esempio, ha maggiore forza intimidatrice della pena di morte.
Quello che ho riportato tra virgolette é ripreso da quanto ha più volte sostenuto Norberto Bobbio nel corso della sua vita. Io l'anno scorso, al liceo, ho lavorato molto sulla pena di morte e ho letto diverse cose di Norberto Bobbio che mi hanno molto colpito e appasionato, e quindi mi faceva piacere condividerle con tutti voi.
1 commento:
Sono daccordo con te al 100%, è senza dubbio una contraddizione enorme in seno a paesi che molto spesso inoltre assurgono al ruolo di giudici di controversie internazionali (ed è tutto dire). Uno (dei pochi) meriti italiani in tal senso è stato quello di proporre e portare avanti la proposta, peraltro approvata il dicembre scorso, della moratoria sulla pena di morte in cui si chiede ai paesi membri dell'ONU di abolire questa barbarie.
Il discorso dell'ergastolo sarebbe il linea teorica giusto sennonchè quanti, almeno in Italia, una volta condannati, scontano tutti gli anni previsti? Con le varie attenuanti del caso, molto pochi.
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